Imprese di pulizia e sanificazione: dove sono finite le loro mascherine?
BlogArticolo scritto da Gianluca Betti - 08.04.2020

Anche i cleaner sono in trincea, ma senza protezione: l'appello di Anip-Confindustria per i DPI ai cleaner
In questa Intervista fatta da Elisabetta Bracci a Paolo Valente (Responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne di ANIP-Confindustria) si affronta un tema sconcertante : la mancanza di DPI per gli operatori del settore servizi.
Ecco un breve estratto e poi il link per leggere il resto dell'intervista:
" Quanti di noi accetterebbero di pulire le camere di un ospedale? Sì, proprio oggi, magari indossando la stessa mascherina da tre giorni perché i DPI non si riescono più a trovare facilmente. Andreste a lavorare in aree ad alto rischio di infezione con in corso un’emergenza pandemica, a fronte di uno stipendio spesso molto basso, e per di più risultando invisibile alla maggior parte delle persone? Magari con accanto qualcuno che getta a terra una sigaretta; tanto c’è chi pulisce. Io no: avrei paura, lo ammetto.
Ecco un breve estratto e poi il link per leggere il resto dell'intervista:
" Quanti di noi accetterebbero di pulire le camere di un ospedale? Sì, proprio oggi, magari indossando la stessa mascherina da tre giorni perché i DPI non si riescono più a trovare facilmente. Andreste a lavorare in aree ad alto rischio di infezione con in corso un’emergenza pandemica, a fronte di uno stipendio spesso molto basso, e per di più risultando invisibile alla maggior parte delle persone? Magari con accanto qualcuno che getta a terra una sigaretta; tanto c’è chi pulisce. Io no: avrei paura, lo ammetto.
Pensiamo che il mercato italiano di pulizie, igiene e sicurezza è in continua crescita da quasi un decennio. Ad oggi il settore pulizie conta 53.500 imprese, per un fatturato di circa 21,2 miliardi di euro, che danno lavoro a circa 532.000 addetti, di cui il 70% sono donne (CRESME, 2019).
Che cosa sta facendo il governo e che cosa sta facendo ANIP per tutelare tutti i lavoratori del settore servizi che sono in prima linea?
Nel DPCM del 22 marzo scorso, all’allegato 1 venivano definite le attività strategiche che dovevano rimanere aperte. Non è stato né semplice né scontato far passare il concetto che il codice ATECO del settore pulizie doveva essere inserito tra le attività essenziali. Mancavano anche gli ATECO di molte aziende della filiera, come ad esempio i produttori di macchine e attrezzature. Come Associazione Confindustriale abbiamo quindi subito segnalato la problematica e lavorato con i canali istituzionali anche in un’ottica di filiera, che è l’unica che ci può dare modo di lavorare correttamente. Un altro passaggio importante è stato il protocollo stilato in accordo con governo, sindacato, Confindustria e le altre rappresentanze lavorative, affinché fossero garantite le condizioni di sicurezza dei lavoratori e consegnati in tempi celeri i DPI necessari a tutti i lavoratori in prima linea. Purtroppo dobbiamo constatare che questo è accaduto più di due settimane fa, e ad oggi non è arrivato ancora nulla né alle imprese né ai lavoratori, nonostante ANIP abbia fatto un’attività di pressione e sensibilizzazione sia verso la Protezione Civile che per il settore Acquisti pubblici. Deroghe e ritardi stanno creando un clima da Far West: sequestri, blocchi di forniture; qualcuno che ha riconvertito la propria produzione industriale ha enormi difficoltà ad avere la conformità ai requisiti richiesti, mentre altri sono in attesa di una validazione. Qui serve chiarezza e rapidità d’azione, perché le aziende sono nel guado e non riescono a raggiungere l’altra riva del fiume, quella di un lavoro a regime di sicurezza.
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