Scuola, zero professionisti della sanificazione. Come le riapriamo?
BlogArticolo scritto da Elisabetta Bracci - 15.05.2020
intervista al dott. Lorenzo Mattioli, Presidente di ANIP Confindustria, l’associazione nazionale che rappresenta le aziende multiservizi italiane.
Non è certo semplice, in una sola mossa, creare sia disoccupazione che un serio problema legato alle pulizie, l’igiene e la sanificazione dei plessi scolastici. Eppure, eccoci qui a parlarne.
Con l’assunzione di 11.000 bidelli e la creazione di 5.000 esuberi, lo Stato ha creato più disoccupati del caso ILVA (circa 3.000 esuberi), ma la politica e gli organi di informazione sembrano disinteressati a parlarne. Sarà forse perché il tema delle pulizie e delle sanificazioni è da sempre sottovalutato, e negli anni è stato oggetto di pesanti e ripetute spending review? In realtà ad oggi è un tema centrale affinché venga assicurata a tutti noi la cosa più importante: la salute. E con essa una ripresa economica.
A questa considerazione si aggiungono una serie di domande, non solo etiche, ma anche di carattere organizzativo e sanitario, delle quali non sono chiare le risposte. Quella che a me sta più a cuore è: chi deciderà come, quando e con che mezzi sanificare le scuole italiane? Se ne occuperanno 11.000 bidelli oppure verranno incaricate le aziende che lo sanno davvero fare, e che soprattutto lo possono fare legalmente?
Con l’assunzione di 11.000 bidelli e la creazione di 5.000 esuberi, lo Stato ha creato più disoccupati del caso ILVA (circa 3.000 esuberi), ma la politica e gli organi di informazione sembrano disinteressati a parlarne. Sarà forse perché il tema delle pulizie e delle sanificazioni è da sempre sottovalutato, e negli anni è stato oggetto di pesanti e ripetute spending review? In realtà ad oggi è un tema centrale affinché venga assicurata a tutti noi la cosa più importante: la salute. E con essa una ripresa economica.
A questa considerazione si aggiungono una serie di domande, non solo etiche, ma anche di carattere organizzativo e sanitario, delle quali non sono chiare le risposte. Quella che a me sta più a cuore è: chi deciderà come, quando e con che mezzi sanificare le scuole italiane? Se ne occuperanno 11.000 bidelli oppure verranno incaricate le aziende che lo sanno davvero fare, e che soprattutto lo possono fare legalmente?
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