homo sapiens e homo digitalis : le tecnologie di tipo enabling

Blog

Articolo scritto da Elisabetta Bracci - 03.01.2021

un grande edificio altro e dai colori chiari visto al suo interno
Intervista di Carlo Mazzucchelli a Elisabetta Bracci
Questa pandemia ci ha fatto riscoprire una volta in più quanto il contatto umano, il calore di un sorriso e di uno scambio di parole, sia fondamentale per il nostro benessere. Nei servizi il rapporto è il punto nodale. Chi comprerebbe un abito da sposa consigliato da una AI? Chi prenderebbe il caffè da un robot senza il sorriso e quella battuta che ci piace avere al bar? 

di seguito un estratto dell'intervista, che potete leggere QUI in forma integrale su SoloTablet, il portale della digital transformation creato e curato da Carlo Mazzucchelli per offrire uno spazio di informazione e approfondimento sulla trasformazione digitale.

Carlo: Siamo dentro l’era digitale. La viviamo da sonnambuli felici dotati di strumenti che nessuno prima di noi ha avuto la fortuna di usare. Viviamo dentro realtà parallele, percepite tutte come reali, accettiamo la mediazione tecnologica in ogni attività: cognitiva, relazionale, emotiva, sociale, economica e politica. L’accettazione diffusa di questa mediazione riflette una difficoltà crescente nella comprensione umana della realtà e del mondo (ci pensano le macchine!) e della crescente incertezza. In che modo le macchine, le intelligenze artificiali potrebbero oggi svolgere un ruolo diverso nel rimettere l’uomo al centro, nel soddisfare il suo bisogno di comunità e relazioni reali, e nel superare l’incertezza?

Elisabetta : Ritengo che le tecnologie di tipo enabling siano da sempre un fattore positivo per l’uomo, poiché facilitano l’esecuzione di compiti complessi e migliorano la nostra esperienza di vita. Un esempio calzante nel mio settore è l’applicazione del cognitive computing a supporto degli stabili cognitivi.

Facciamo finta di essere un uomo dell'età della pietra piuttosto che una casalinga degli anni 50. In entrambi i casi i luoghi di vita, ovvero la caverna e la casa, sono luoghi “sordi”, cioè incapaci di profilare le esigenze degli utenti che li occupano. Tolta qualche pittura rupestre o qualche arredo, la caverna e la casa non varieranno nel tempo. La grande differenza fra un uomo delle caverne e una casalinga degli anni 50 sta nel concetto di lifestyle, ovvero di stile di vita legato al luogo che li ospita. La domotica e la connettività hanno poi dato all’utente la possibilità di aggiungere al lifestyle anche l’automazione di alcuni processi, basti pensare ad esempio alla gestione luci, allarmi e consumi. Ma la domotica in sé è ancora “sorda” ai nostri bisogni perché fa quello che le diciamo, non quello che serve.

Ora, pensiamo invece a cosa accadrebbe se un ambiente costruito riuscisse a profilare così bene i suoi occupanti da essere in grado di consigliare sia gli occupanti stessi, che i gestori, nel compiere azioni che facilitano la loro vita, diminuiscono l'impatto ambientale, aumentano la vita media degli impianti e così via. Il cognitive computing ci fa abbandonare l’approccio binario del computing tradizionale e ci fa entrare in mondo di computazione probabilistica, in grado di supportare l’uomo nelle sue scelte in maniera sempre più accurata. Questo porta a generare esperienze potenziate e facilitate, tramite la profilazione, sia per gli occupanti, che per i gestori (Energy e Facility Managers), che per i fornitori di servizi. Il punto dolente è: in cambio dell’esperienza dobbiamo condividere i nostri dati, che raccontano le nostre preferenze ed abitudini. Come sono conservati e di chi sono tutti questi dati? Come facciamo ad essere tranquilli in questa condivisione continua e costante? Questo è il vero punto, poiché i dati sono il nuovo oro. 



Elisabetta Bracci

Foto di Elisabetta Bracci, Founder di JUMP Facility.
Lettrice seriale appassionata di filosofia del digitale e nuove tecnologie. Mi piace rendere smart i servizi e gli edifici, creando contaminazioni tra mondo fisico e digitale. Lavoro su idee innovative in giro per l'Italia e le condivido a convegni ed eventi, perché progettare e raccontare un futuro human-centered con gli attori della trasformazione digitale è il primo passo per crearlo.
Iscriviti alla newsletter per rimanere aggiornato su eventi, contenuti e trend di mercato.